Quest'anno Sanremo l'ha vinto una canzone di qualità di un cantautore di qualità. Ne avevamo bisogno; nel mare di canzonette scontate che si sentono in giro di questi tempi. Il "professore" è tornato a dare credibilità ad un festival che francamente di recente mi aveva un pò deluso. La sua "Chiamami ancora amore" costituisce una canzone di denuncia delle bruttezze del nostro tempo e del vuoto spirituale, etico e culturale che lo contraddistingue, ma costituisce anche un bell'invito a continuare a credere e a sperare che "questa maledetta notte dovrà pur finire". Complimenti a Roberto Vecchioni e complimenti a quegli italiani che l'hanno votato e che continuano a credere che nonostante tutto bisogna continuare a sperare e a credere e che, come si dice dalle mie parti, "cchiù scuri ri menzannotti un pò fari" (più buio di mezzanotte non può fare).
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